Il Bonèt dalle Langhe al Monferrato
Tra Langhe e Monferrato: è proprio in queste terre, patrimonio mondiale dell'umanità, che ormai da secoli si tramanda la ricetta del Bonèt... Tra purismo e rivisitazioni.
Il Bonèt è un dolce al cucchiao tipicamente piemontese. Più precisamente, la tradizione sembrerebbe collocarlo nel cuore delle Langhe dove, ancora oggi, lo si trova piuttosto facilmente. Il suo nome, che prevede il mantenimento della consonante finale "t" e la pronuncia della vocale "u" in prima posizione nonostante a livello grafico sia una "o", è fonte di incertezze lungo tutta la Penisola. L'influenza della lingua d'oltralpe è chiara: il dolce sembra essere legato al "bonèt ëd cusin-a". Con questo nome si era soliti indicare lo stampo per fare cuocere i budini che richiamava, appunto, il cappello del cuoco.
Le origini
Le sue origini sono povere. La preparazione del Bonèt richiedeva infatti pochi e semplici ingredienti e la fase di cottura avveniva a forno spento. Dopo aver cotto il pane nel forno si era soliti approfittare del calore generato per far cuocere il composto formato da uova, latte, zucchero, amaretti secchi e liquore.
La versione monferrina
L'odierna versione monferrina prevede effettivamente il quasi completo mantenimento della ricetta originale. L'unica differenza che oggi riscontrabile riguarda l'uso del rhum al posto del Cognac o del Fernet, preferibilmente utilizzati in passato.
La versiona langarola
Anche nella versione langarola si predilige l'uso del rhum. La principale differenza con la versione classica, però, è data dall'impiego di un ingrediente che ben si sposa con il gusto dell'amaretto: il cioccolato. Preferibilmente di tipo fondente, viene fatto sciogliere a bagno maria e si va a unire al gusto già di per sé amaro del cacao in polvere.